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Recupero e Reinserimento di Quercino Sardo
03/03/2004 - Segnalato da varluigi - Fonte GSAT


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QUERCINO

Eliomys quercinus (Linnaeus, 1766)

Sistematica

Superordine: Gliri (Glires)
Ordine: Roditori (Rodentia)
Famiglia: Gliridi (Gliridae)
Sottofamiglia: Leitini (Leithiinae)
Sottospecie italiane:
- Eliomys quercinus pallidus Barrett-Hamilton,1899 (Italia peninsulare e Sicilia)
- Eliomys quercinus sardus Barrett-Hamilton, 1901 (Sardegna)
- Eliomys quercinus liparensis Kahmann,1960 (Isola di Lipari)

Il Genere Eliomys Wagner, 1840, include due specie a distribuzione paleartica. È filogeneticamente più vicino a Dryomys Thomas, 1906 piuttosto che a Glis Brisson, 1762 e a Muscardinus Kaup, 1829.

La specie presenta un’interessante variabilità cromosomica: le sue popolazioni denotano infatti un numero di cromosomi variabile da una località all’altra e sono per questo denominate robertsoniane. In Italia sono presenti forme con numero diploide (2n) variabile tra 48, 50, 52 e 54.

Geonemia

Il Quercino è diffuso in tutta Europa, dalla Penisola Iberica fino ad Estonia e Ucraina. Inoltre esso è presente nelle maggiori isole del Mediterraneo, quali Corsica, Sardegna, Sicilia e Baleari.
È assente in Inghilterra, ove esistono reperti di età romana, probabilmente ascrivibili ad esemplari introdotti.
In Italia la specie è distribuita in tutta la penisola, nelle isole maggiori ed in alcune isole minori.
Origine delle popolazioni italiane come altre specie appartenenti alla famiglia Gliridi, il Quercino è entrato a far parte della fauna italiana nel tardo Pleistocene.
Infatti, rinvenimenti di alcuni resti fossili, tra cui quelli del Circeo, fanno risalire l’origine della sua presenza alla fase iniziale del periodo Würm.

Distribuzione ecologica

A causa del suo comportamento profondamente elusivo, il Quercino è un animale di difficile osservazione in natura.
La sua distribuzione ecologica non è perciò conosciuta in dettaglio, dal momento che in molti frangenti questa specie può facilmente passare inosservata.
È certamente diffuso in tutti gli ecosistemi forestali, a partire dai boschi sempreverdi dell’area mediterranea fino alle formazioni mesofile di collina e a quelle di conifere d’alta quota, ove si spinge talvolta oltre il limite superiore della vegetazione arborea.
In questi contesti predilige i versanti ben esposti, con ambienti rocciosi in grado di assicurare adeguati nascondigli.
È il più terricolo dei Gliridi italiani, non risultando strettamente legato alla presenza di una folta copertura arborea.

Status e conservazione

In molti paesi dell’Europa centroorientale la specie è segnalata in netta e preoccupante diminuzione.
Purtroppo, anche a causa dei suoi costumi schivi ed elusivi, non si dispone di informazioni affidabili circa lo status delle popolazioni italiane.
È tuttavia ragionevole supporre che le profonde modificazioni del paesaggio, quali soprattutto la riduzione delle siepi ed il progressivo isolamento dei boschi residui, possano avere svolto un ruolo sfavorevole sulla distribuzione della specie.
Nella penisola, tuttavia, il Quercino risulta ancora relativamente comune, mentre maggiori preoccupazioni si nutrono per le popolazioni insulari, dove le segnalazioni di presenza si fanno sempre più rare.


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